Salvagente: 1 ottobre 2020. All’ingresso mi misurano la febbre, gel per le mani. Entro, mi batte il cuore:, è il mio primo giorno! Mandy, Emma, Giovanni, ecc. Mi hanno accolto amichevolmente.

Mandi mi dice: “Proverei ad iniziare con E., prima ragioneria, 14 anni, deve fare Economia. Se ti siedi allo stesso tavolo, portati questo divisorio di plexiglas”. Ovvio che mi siedo… E. ha fatto una sola lezione di Economia, la sua prima lezione: è stata attenta e quindi riesce a rispondere alle prime domande del compito. “Patrimonio, reddito, risparmio…” spiego con esempi domestici, cerco di agganciare la realtà. Leggiamo: “Le banche raccolgono il risparmio  e corrispondono un interesse… le aziende ricevono finanziamenti dalle banche per svolgere la loro attività, le famiglie offrono lavoro… “ Aiuto! La realtа è un’altra! E già il bisogno di senso, di concretezza, di esperienza fa il suo ingresso.

Poi G. seconda ITI, sta facendo il compito di Inglese. Mi siedo, plexiglas, mascherina, si parla sottovoce, figurati come va a farsi friggere la pronuncia. G. si impegna, Inglese non è la sua preferita. Alle Medie ha avuto una prof. che sua mamma ha definito modesta. Riesco a sentire la sua pronuncia: un po’ troppo modesta, … ma si impegna, sbaglia i possessivi, ritenta, non molla. Gioca a rugby, forse ha imparato là a non mollare. Gli dico che ho un figlio che ha giocato a football americano e che ho amici nel rugby; conosce Manfredi, mio figlioccio di Cresima. Il compito è tanto, ma lo finiamo tutto con soddisfazione: meta!!! Lui è un po’ “leggero” per il rugby, lo sa, gli possono far male. Negli ultimi minuti rimasti, provo a suggerirgli un trucco per la pronuncia: scegli una canzone in inglese che ti piaccia, di cui conosci testo e cantala, cantala, ripeti le parole, così impari a mettere la bocca nel modo giusto e affini l’orecchio. E’ attento, ascolta. Mi insegna!

Questa mattina ho telefonato a mio figlio, 36 anni, che lavora a Riccione nel campo delle Start Up Innovative. Gli ho chiesto cosa ricorda del Salvagente. Sono passati 20 anni, ma risponde subito: “Il Salvagente c’era. Era un aiuto. Io sapevo che là c’era qualcuno che mi aiutava. Poi potevo decidere se andare là o a farmi un giro al parco…”

Il Salvagente c’è, è un aiuto, anche oggi, per chi vuole, anche per me.