Un’iniziativa in pieno stile “Salvagente” che ha contagiato tutti, fondatori, ragazzi, tutor, insegnanti, genitori, amici e anche le autorità presenti: il decennale di costituzione della cooperativa è stato celebrato giovedì 9 maggio presso la parrocchia di S. Giuseppe Artigiano di Forlì, all’insegna della spontaneità e dell’amicizia con una vera e propria contaminazione fra le forme di un evento ufficiale e una gioiosa festa in famiglia, una famiglia alquanto numerosa, in quanto all’evento hanno preso parte circa 200 persone.

Il messaggio, forte e chiaro, emerso nel corso della manifestazione è presto detto: quando nelle situazioni della vita ci si mette il cuore e si offre oltre a quello dovuto, prendono forma storie ed esperienze uniche e straordinarie pur nella loro semplicità. In poche parole quello che avviene ogni giorno presso la cooperativa Salvagente, nata 10 anni fa con l’obiettivo di fornire il servizio di doposcuola a ragazzi delle scuole medie e superiori e che oggi è divenuta una loro seconda casa. Un concetto espresso molto efficacemente dal presidente Alvaro Agasisti: “Casa: questo termine meglio indica la natura e la peculiarità di questo luogo. E’ significativo che questo termine sia stato coniato proprio dai ragazzi nelle loro testimonianze sull’esperienza che vivono al Salvagente. Oggi ciò che caratterizza la nostra mission è custodire, far tesoro e sviluppare quell’intuizione iniziale che tenta di rispondere non solo alle difficoltà contingenti dello studio, ma anche e soprattutto di saper venire incontro a quelle domande che l’adolescente pone quando incontra un adulto che le sa ascoltare e le fa proprie. Allora si capisce il significato dello slogan “Insieme nello studio, insieme nella vita” e si capisce ancora di più la portata che il termine ‘casa’ implica, quando si parla della nostra esperienza”.

Apprezzamenti sull’attività della cooperativa sono venuti da Davide Drei, sindaco di Forlì, da mons. Livio Corazza, vescovo di Forlì Bertinoro, da Mauro Neri, presidente di Confcooperative Forlì-Cesena e da Roberto Pinza, presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che da tanto tempo sostiene le attività del Salvagente, ritenendolo una risorsa preziosa a servizio delle giovani generazioni.

Il “termometro delle emozioni” è ulteriormente salito quando Agnese Rustignoli, coordinatrice della cooperativa, è intervenuta raccontando la quotidianità della cooperativa definita come “un posto dove – incredibile ma vero – si studia, si fanno grandi conquiste, non solo sul versante scolastico ma anche sul piano umano e relazionale, un posto dove si ride, si scherza, si gioca, si mangia, ci si parla, ci si ascolta, ci si guarda, si discute, si fa pace, ci si abbraccia, si impara a volersi bene, si impara a stimare ed ascoltare gli altri. In altre parole una casa dove ognuno ha il suo posto. Insomma un posto dell’altro mondo in questo mondo”.

E che si tratti di un posto dell’altro mondo è parso evidente dalle testimonianze che si sono susseguite, come quella di Gabriella Aiti, insegnante che, fin dalla fondazione, è impegnata al Salvagente, dai cui occhi traspariva l’amore per i suoi ragazzi e il fatto che questa esperienza di relazione le riempie la vita o quella di Daniela Tedioli e Mario Patanè (genitori di ragazzi che hanno frequentato la cooperativa), immensamente grati per il sostegno educativo ricevuto dai propri figli. Infine quelle di Lorenzo (18 anni) e Adele (20 anni), due giovani protagonisti del Salvagente, che nella cooperativa hanno trovato quel calore di ‘casa’, a cui si accennava.

In ogni ambiente dal sapore scolastico, poi, c’è sempre anche un bidello: così simpaticamente si è definito don Carlo Guardigli, parroco di S. Giuseppe Artigiano, dove ha sede la cooperativa, che ha condiviso con i presenti la gioia e le emozioni nelle relazioni spontanee che ogni giorno tesse con i ragazzi del Salvagente, con alcuni dei quali ha approfondito il rapporto anche rispetto alla fede.

Insomma una festa bellissima (coronata anche da una splendida torta di compleanno e da un ricco buffet), che ha trasmesso ai presenti e, sicuramente a tutta la città, il bisogno per gli adolescenti di opportunità educative, che sappiano accompagnarli nello studio e nella costruzione della propria personalità, per farli diventare, in un domani non tanto lontano, cittadini responsabili ed attivi nella società in cui vivono.