Le attività di aiuto allo studio della coop. sociale Salvagente sono ricominciate il 28 settembre e vedono la presenza di circa 90 ragazzi, di cui il 40% sono alla prima esperienza. Le ristrettezze del momento, causate dal Covid 19, non hanno fatto perdere d’animo i tutor della cooperativa: queste attività, rispettando rigorosamente i protocolli di sicurezza, sono consentite in presenza.

“Ciò che ha sempre contraddistinto il nostro operare – afferma la direttrice Agnese Rustignoli – è la relazione, con la materia studiata e con i ragazzi. Per dirla con la massima di Baruch Spinoza, un po’ un motto  per le attività di quest’anno, “la strada della conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri”. Incontri che sono diventati più intensi, paradossalmente, in questo momento di relazioni a distanza ed evidenziamo il bisogno dei ragazzi di avere un luogo, rapporti capaci di accogliere, ascoltare e guardare con simpatia e tenerezza la loro vita”.

“Anche le modalità di incontro – continua il tutor Roberto Giunchi – sono diventate occasioni di confronto, per cui le regole previste, seppur “impopolari” inizialmente, ma indispensabili per contenere il Covid-19, come l’uso costante della mascherina e la riduzione dei momenti di pausa, sono state condivise prima di partire con i ragazzi e le famiglie e da loro accettate”.

L’entusiasmo per la ripartenza non mancano anche negli altri protagonisti del Salvagente: “Siamo ripartiti alla grande – afferma la tutor Valentina Bellini – gestendo in maniera rigorosa ogni fase di questa situazione: i ragazzi si domostrano entusiasti di tornare a lavorare con noi, soprattutto perchè, stringendo i denti, siamo in presenza. La didattica a distanza, non per tutti, ma per la maggior parte dei nostri adolescenti, risulta controproducente, sia per l’apprendimento che sul piano relazionale, specie per chi frequenta il primo anno delle Superiori, che non ha avuto neppure il tempo di legare con i professori e i nuovi compagni”.

“Il ritorno al Salvagente  – racconta Mandy Barucci, anch’ella tutor – è caratterizzato da una fame di relazioni sia con i coetanei che con gli adulti. I ragazzi non cercano da noi risposte a tutte le loro domande, ma ci chiedono di esserci fisicamente, per guardarli negli occhi, trasmettere loro sicurezza e rappresentare un punto di riferimento, a cui ancorarsi per vivere con meno paura i cambiamenti del  periodo”.

“Dopo l’estate – sono parole di Giovanna Fabbri, insegnante volontaria – sono tornata al Salvagente con gioia, perchè l’incontro con i ragazzi è arricchente, anche se non sempre facile. Sono stata colpita dal fatto che gli studenti sono tornati “volentieri”, non demotivati dalle difficoltà del momento. Mi è sembrato che le regole più stringenti, proposte per il loro bene, abbiano creato un clima di maggiore ordine, serietа e responsabilità. L’educazione è un rapporto e va vissuto preferibilmente in presenza, però in questi giorni ci troviamo a fare scuola a distanza: non è la situazione ottimale,  però mette a nudo se il rapporto c’era già o meno. La didattica a distanza può essere vista solo come una difficoltà,  (e in realtа lo è), oppure può diventare un’occasione per stimolare la creatività, e trovare forme nuove per tenere viva la relazione con lo studente, spesso con sacrificio e grande impegno, che però può essere anche ricompensato”.