L’adolescenza è una delle tappe più insidiose della vita, un periodo spesso costellato di disagi, difficoltà, incomprensioni e ribellioni. Lo sanno molto bene gli insegnanti e i tutor della cooperativa sociale Salvagente, che, nei giorni scorsi, si sono incontrati per analizzare i risultati dell’attività didattica messa in campo al servizio degli oltre 50 ragazzi che frequentano il Centro e per confrontarsi sulle modalità di relazione educativa messe in campo.

Sembra paradossale che, in un contesto in cui si svolgono attività di sostegno allo studio, il focus dell’incontro non sia stato tanto sui risultati che i ragazzi conseguono a scuola, quanto sul bisogno di una forte relazione umana, che trapela da ogni atteggiamento che manifestano in cooperativa.
Sull’ aspetto strategico della funzione educativa si sono confrontati i 4 tutor, i 17 insegnanti e il presidente Alvaro Agasisti, concordando che la cooperativa è diventata uno spazio di accoglienza umana, ancor prima che un luogo di studio, un aspetto che è la diretta conseguenza di una “contaminazione” di vita che oggi giorno avviene nel contatto con i ragazzi. Al Salvagente, infatti, gli adolescenti con gesti e provocazioni mettono alla prova gli adulti, quasi a voler capire fino a quanto possono spingersi per misurare la loro disponibilità. In certi casi, poi, queste situazioni sono il preludio di bellissimi momenti di relazione, quando, di fronte a ripetuti atteggiamenti ribelli e alla costante disponibilità di insegnanti e tutor, escono spontanee frasi che recitano più o meno così: “Allora ti interesso…”.

Ecco il frutto della contaminazione, che diventa fiducia anche fra generazioni anagraficamente molto distanti: processi fondamentali, che, però, devono essere alimentati quotidianamente, perchè gli adolescenti sono mutevoli e imprevedibili. Per quanto concerne lo studio, al Salvagente è oramai appurato che un approccio classico ed autoritario non avrà risultati tangibili: gli insegnanti si sforzano di individuare spazi di interesse sulle materie, coinvolgimenti personali, strategie che favoriscano l’attenzione: studiando il latino sono emersi risultati interessanti, concentrandosi, ancor prima che sulle declinazioni, sulla sua influenza su modi di dire di oggi o, ancora, individuando canzoni in inglese di particolare fascino, si è verificato un approccio più positivo allo studio della lingua.

“Il nostro compito – ha affermato Alvaro Agasisti, presidente della cooperativa – è quello di avere una tensione educativa costante, che ci faccia capire che studio e umanità sono due faccie di un’unica medaglia, due aspetti che devono procedere paralleli per la crescita dei nostri ragazzi”.
E’ stato quasi commovente, a conclusione dell’incontro, a fronte di ragazzi particolarmente problematici, l’invito agli insegnanti di “prendersi a cuore” singolarmente un ragazzo per stargli accanto, quasi come un angelo custode:
piccoli “miracoli” che avvengono ogni giorno e di cui c’è un gran bisogno.