A fianco dei percorsi educativi per adolescenti che frequentano gli Istituti Superiori, la cooperativa sociale Salvagente, da circa 10 anni, in collaborazione con la Parrocchia S. Giuseppe Artigiano e l’ass. Sauro Novelli, ha avviato un’attività simile denominata Lab-Oratorio S. Giuseppe, riservata ai ragazzi che frequentano le Medie. Il progetto, che si svolge presso la stessa Parrocchia (viale Spazoli, Forlì) si sostanzia in tre pomeriggi alla settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) durante i quali i 20 giovani studenti hanno la possibilità non solo di fare i compiti, ma anche di sviluppare relazioni tramite momenti di gioco e di animazione che vengono proposti dai quattro responsabili (Agnese Rustignoli, Mandy Barucci, Giuditta Senni e Stefania Savorani) supportati da sei volontari (Marisa, Riccardo, Mauro, Clara, Paola e Donatella).
“Il programma dei nostri pomeriggi – spiega Mandy Barucci – prevede un breve incontro e una preghiera alle 15,00, poi fino alle 16,30 ci si concentra sullo studio: a seguire è in programma la merenda, momento di condivisione in cui i nostri ragazzi vengono coinvolti anche nel servizio verso i coetanei. Per il tempo che rimane fino alle 18,00 proponiamo due opzioni: gioco libero o continuazione dello studio per coloro che non avessero terminato i compiti. Ogni venerdì, poi, dopo la merenda, organizziamo giochi strutturati che rispondono ad un preciso bisogno dei ragazzi, ovvero l’esigenza di imparare a stare insieme con regole prestabilite, al fine di mettere le basi per le loro relazioni future. In generale l’obiettivo del progetto, dopo aver scoperto insieme i loro bisogni, punta alla creazione di condizioni di autonomia nello studio, perchè possano riuscire, una volta a casa, a portare avanti programmi di approfondimento anche da soli. Noto che i ragazzini delle Medie ricercano in noi adulti un punto di riferimento stabile: siamo infatti in un’età di mezzo in cui questo contatto è prezioso per mettere le basi al loro futuro”.
La storia del Lab-Oratorio è ricca anche di vissuti personali che diventano gesti di generosità, come l’esperienza di Marisa Ricci, insegnante in pensione e volontaria: “Qui – racconta – mi trovo bene e mi sento amata: certo insegno loro italiano, storia e geografia, ma quello che più conta sono la relazione intensa e la confidenza che sono nate fra me e i ragazzi: non è semplice conquistare la loro fiducia, ma una volta acquisita si creano legami bellissimi. Più va avanti questa avventura più mi accorgo che è molto più quello che ricevo rispetto a quello che dono loro. Anche quando non sono al Lab-Oratorio fisicamente, mi accorgo che li porto sempre nel cuore. Ci tengo a dire che questo spirito di accoglienza è in linea con le sensibilità del parroco don Carlo Guardigli, che non si stanca mai di spronarci ad avere sempre la mano tesa verso gli altri”.
Queste sensibilità diffuse sono presenti anche negli stessi ragazzi che frequentano il Lab-Oratorio: ne è chiara testimonianza il pensiero di Maria Chiara Azzara, ragazzina che frequenta la 3a media alla Scuola Marco Palmezzano: “Per me il Lab-Oratorio – afferma – è un’esperienza molto piacevole, quasi un altro mondo. Qui non si fanno solo i compiti, si sta insieme, si trovano nuove amicizie, si creano legami forti fra noi ragazzi e i nostri responsabili sono in grado di rendere bello e attraente tutto ciò che facciamo”.

