Giovedì 29 giugno, presso la Parrocchia di Santa Caterina, si svolto l’incontro di fine anno scolastico promosso dalla cooperativa con tutor e insegnanti. Si è trattato di una conviviale, nel corso della quale è stato tracciato un bilancio dell’attività annuale, anche alla luce dei risultati conseguiti dai ragazzi che frequentano il Salvagente nei rispettivi Istituti.

“I numeri – ha spiegato il presidente Alvaro Agasisti – sono decisamente confortanti: dei 49 adolescenti che hanno seguito il programma di studio al Salvagente ben 30 sono stati promossi, mentre è in deciso calo il numero di quelli che sono stati rimandati a settembre e di quelli che ripeteranno l’anno. Analizzando i dati degli anni precedenti risulta evidente il miglioramento delle performance (aumentano i promossi e calano rimandati e bocciati), ma quel che più conta è l’ottimo livello di coesione raggiunto fra tutor e insegnanti, un valore aggiunto importante che, a fronte di tanti ragazzi con problematiche complesse, si riversa positivamente su di loro. E’ oramai acquisito che la cooperativa Salvagente non può essere definita unicamente un’occasione di studio e di miglioramento delle tecniche di apprendimento, ma rappresenta un luogo di accoglienza, uno sguardo umano sui ragazzi, che vengono accolti così come sono, senza pregiudizi, per avviare un processo di maturazione, in sinergia con le altre due realtà educative in cui essi vivono: la famiglia e la scuola”.

in effetti la cooperativa, nel corso della riunione, è stata definita una terra di mezzo fra famiglia e scuola, uno spazio aperto in cui il ragazzo può essere se stesso, un’opportunità per le relazioni che i giovani delle passate generazioni avevano e che oggi sembra abbiano perso per strada: il Salvagente è quindi anche un’occasione per riscoprire l’importanza di esperienze e incontri, che l’avvento della tecnologia digitale sembra aver limitato. Don Stefano Pascucci, uno dei fondatori della cooperativa, ha ribadito il concetto di “vuoto” che interessa molti adolescenti e la necessità di colmarlo, proprio con le relazioni, che possono essere un primo passo per indicare una strada chiara per la loro crescita. “A questo proposito – ha affermato don Stefano – è importante che noi adulti, per ottenere risultati tangibili in questa direzione, abbiamo ben chiara noi per primi la via da seguire: in sostanza per essere un punto di riferimento saldo per gli adolescenti, serve dentro di noi una consapevolezza chiara del nostro percorso personale, per poi poterlo trasfeire ai ragazzi”.

Altri aspetti importanti emersi nel corso della riunione, per bocca dei tutor Mandy Barucci e Roberto Giunchi, è l’attività formativa che gli stessi tutor hanno svolto in primavera a Milano, dove hanno colto alcuni spunti interessanti per migliorare ulteriormente l’approccio allo studio dei ragazzi: tecniche e opportunità che verranno approfondite per essere inserite nei programmi delle attività future. Importanti, a fianco dei percorsi formativi settimanali del Salvagente, anche le 450 ore di lezioni individuali fatte nel corso dell’anno scolastico 2017/2018, segno tangibile del crescente bisogno di rapporti individualizzati da parte degli adolescenti.

Infine, durante la riunione, sono stati presentati i risultati di un questionario somministrato ai ragazzi, in merito alle loro opinioni sulle attività del Salvagente: ne è emerso un quadro confortante e molto positivo sul ruolo dei tutor, degli insegnanti e della positività dell’esperienza.